19 novembre, 2012

Convenzione sul divieto o la limitazione dell’impiego di talune armi convenzionali...


CONVENZIONE
SUL DIVIETO O LA LIMITAZIONE DELL’IMPIEGO DI TALUNE ARMI CONVENZIONALI
CHE POSSONO ESSERE RITENUTE CAPACI DI CAUSARE EFFETTI TRAUMATICI
ECCESSIVI O DI COLPIRE IN MODO INDISCRIMINATO

Conchiusa a Ginevra il 10 ottobre 1980


Le Alte Parti contraenti,
Ricordando che ogni Stato ha il dovere, in conformità della Carta delle Nazioni Unite3, di astenersi
nelle sue relazioni internazionali dal fare ricorso alla minaccia o all’impiego della forza, sia contro la
sovranità, l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, che in qualsiasi altro modo
incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite,
Ricordando inoltre il principio generale della protezione delle persone civili contro gli effetti delle
ostilità, Basandosi sul principio del diritto internazionale secondo cui il diritto delle Parti di un conflitto
armato nella scelta dei mezzi e dei metodi di guerra non è illimitato, e sul principio che vieta di
impiegare nei conflitti armati armi, proiettili e materie nonché metodi di guerra capaci di provocare
mali superflui,
Ricordando anche che è vietato di utilizzare mezzi e metodi di guerra concepiti con lo scopo di
provocare, o dai quali ci si può attendere che provochino, danni estesi, durevoli e gravi all’ambiente
naturale,
Confermando la loro determinazione, secondo cui, nei casi non previsti dalla presente Convenzione e dai Protocolli allegati o da altri accordi internazionali, le persone civili e i combattenti restano, in ogni
momento, sotto la salvaguardia e l’impero dei principi del diritto delle genti, quali risultano dagli usi
stabiliti, dai principi dell’umanità e dalle esigenze della coscienza pubblica,
Desiderando contribuire alla distensione internazionale alla cessazione della corsa agli armamenti e alla instaurazione della fiducia fra gli Stati e, quindi, alla realizzazione dell’aspirazione di tutti i popoli a
vivere in pace, Riconoscendo l’importanza di continuare a fare ogni sforzo sulla via del disarmo
generale e completo, sotto controllo internazionale stretto ed efficace.
Riaffermando la necessità di continuare la codificazione e lo sviluppo progressivo delle regole del
diritto internazionale applicabili nei conflitti armati, Desiderando vietare o maggiormente limitare
l’impiego di talune armi convenzionali, e ritenendo che i risultati positivi ottenuti in tale campo potrebbero facilitare i principali negoziati sul disarmo intesi a porre fine alla produzione, stoccaggio e
proliferazione di tali armi,
Sottolineando l’interesse a che tutti gli Stati, specialmente quelli militarmente importanti, divengano
parti della presente Convenzione e dei Protocolli allegati,
Tenuto presente che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite e la Commissione delle Nazioni Unite
per il disarmo possono decidere di esaminare la questione di un possibile ampliamento della portata dei
divieti e delle limitazioni contenuti nella presente Convenzione e nei Protocolli allegati,
Tenuto inoltre presente che il Comitato del disarmo può decidere di esaminare la questione
dell’adozione di nuove misure per evitare o limitare l’impiego di certe armi convenzionali,
hanno convenuto quanto segue:





Art. 1
Campo d’applicazione
La presente Convenzione e i Protocolli allegati si applicano nelle situazioni previste nell’articolo 2
comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 19495 relative alla protezione delle vittime della
guerra, comprese le situazioni descritte nel paragrafo 4 dell’articolo 1 del I Protocollo aggiuntivo6 a
dette Convenzioni.
Art. 2
Relazioni con altri accordi internazionali
Nessuna disposizione della presente Convenzione o dei Protocolli allegati sarà interpretata nel senso di sminuire altri obblighi imposti alle Parti dal diritto internazionale umanitario applicabile in caso di
conflitto armato.
Art. 3
Firma
La presente Convenzione sarà aperta alla firma di tutti gli Stati, nella sede dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite a New York, durante un periodo di 12 mesi a partire dal 10 aprile 1981.
Art. 4
Ratifica, accettazione, approvazione, adesione
1. La presente Convenzione è soggetta a ratifica, accettazione o approvazione da parte dei Firmatari.
Ogni Stato che non abbia firmato la Convenzione potrà aderirvi.
2. Gli strumenti di ratifica, accettazione, approvazione o adesione saranno depositati presso il
Depositario.
3. Ogni Stato potrà accettare di essere legato da uno qualsiasi dei Protocolli allegati alla presente
Convenzione, a condizione che al momento del deposito del proprio strumento di ratifica, accettazione,
approvazione o adesione della presente Convenzione, notifichi al Depositario il proprio consenso ad
essere legato da due almeno di detti Protocolli.
4. In qualsiasi momento dopo il deposito del proprio strumento di ratifica, accettazione, approvazione o
adesione della presente Convenzione, uno Stato può notificare al Depositario il proprio consenso ad
essere legato da uno dei Protocolli allegati, del quale esso non fosse ancora Parte.
5. Qualsiasi Protocollo che lega una Alta Parte contraente fa parte integrante della presente
Convenzione per ciò che riguarda la detta Parte.
Art. 5
Entrata in vigore
1. La presente Convenzione entrerà in vigore sei mesi dopo la data di deposito del ventesimo strumento
di ratifica, accettazione, approvazione o adesione.
2. Per ogni Stato che depositerà uno strumento di ratifica, accettazione, approvazione o adesione dopo
la data di deposito del ventesimo strumento di ratifica, accettazione, approvazione o adesione, la
Convenzione entrerà in vigore sei mesi dopo la data di deposito del proprio strumento da parte di
quello Stato.
3. Ciascuno dei Protocolli allegati alla presente Convenzione entrerà in vigore sei mesi dopo la data in
cui venti Stati avranno notificato il loro consenso ad essere legati dal detto Protocollo conformemente
alle disposizioni del paragrafo 3 o del paragrafo 4 dell’articolo 4 della presente Convenzione.
4. Per ogni Stato che notifica il proprio consenso ad essere legato da uno dei Protocolli allegati alla
presente Convenzione dopo la data in cui venti Stati avranno notificato il loro consenso ad essere legati
dallo stesso Protocollo, il Protocollo in questione entrerà in vigore sei mesi dopo la data in cui il detto
Stato avrà notificato il proprio consenso ad essere in tal modo legato.
Art. 6
Diffusione
Le Alte Parti contraenti si impegnano a diffondere il piú largamente possibile nei rispettivi paesi, in
tempo di pace come in periodo di conflitto armato, la presente Convenzione e i Protocolli allegati di cui
esse siano Parti e, in particolare, a includerne lo studio nei loro programmi d’istruzione militare, in
modo che detti strumenti siano ben conosciuti dalle loro forze armate.
Art. 7
Relazioni convenzionali a partire dall’entrata in vigore della Convenzione
1. Se una delle parti di un conflitto non è legata da uno dei Protocolli allegati alla presente
Convenzione, le parti legate dalla presente Convenzione e dal detto Protocollo allegato restano legate
dai documenti in questione nei loro reciproci rapporti.
2. Un’Alta Parte contraente è legata dalla presente Convenzione e da qualsiasi nell’articolo 1, nei
riguardi di qualsiasi Stato che non sia parte della presente Convenzione o che non sia legato dal
Protocollo allegato pertinente, se quest’ultimo Stato accetta e applica la presente Convenzione o il
Protocollo pertinente e ne dà notifica al Depositario.
3. Il Depositario informa immediatamente le Alte Parti contraenti interessate di qualsiasi notifica
ricevuta ai sensi del paragrafo 2 del presente articolo.
4. La presente Convenzione e i Protocolli allegati dai quali un’Alta Parte contraente è legata si
applicano a qualsiasi conflitto armato contro la detta Parte contraente del tipo indicato nel paragrafo 4
dell’articolo 1 del I Protocollo aggiuntivo alle Convenzione di Ginevra del 12 agosto 19497 relativo
alla protezione delle vittime della guerra:
a) quando l’Alta Parte contraente è anche parte del I Protocollo aggiuntivo, e una autorità del tipo
indicato nel paragrafo 3 dell’articolo 96 di detto Protocollo si sia impegnata ad applicare le
Convenzioni di Ginevra e il I Protocollo aggiuntivo conformemente al paragrafo 3 dell’articolo 96 di
detto Protocollo, e si impegni ad applicare, per ciò che riguarda il conflitto in questione, la presente
Convenzione e i Protocolli allegati pertinenti, o
b) quando l’Alta Parte contraente non sia parte del I Protocollo aggiuntivo ed una autorità del tipo
indicato nel comma a) suddetto accetta ed applica, per ciò che riguarda il detto conflitto, gli obblighi
delle Convenzioni di Ginevra, della presente Convenzione e dei Protocolli pertinenti allegati. Tale
accettazione e tale applicazione hanno, nei riguardi del detto conflitto, i seguenti effetti:
i) le Convenzioni di Ginevra, la presente Convenzione ed i suoi Protocolli pertinenti allegati prendono
effetto immediato per le parti del conflitto;
ii) la detta autorità esercita gli stessi diritti e assolve gli stessi obblighi di una Alta Parte contraente
delle Convenzioni di Ginevra, della presente Convenzione e dei Protocolli pertinenti allegati;
iii) le Convenzioni di Ginevra, la presente Convenzione e i Protocolli pertinenti allegati legano in modo
eguale tutte le parti del conflitto. L’Alta Parte contraente e l’autorità possono anche concordare di
accettare e applicare, su una base di reciprocità, gli obblighi stabiliti dal I Protocollo aggiuntivo alle
Convenzioni di Ginevra.
Art. 8
Revisione ed emendamenti
1. a) Dopo l’entrata in vigore della presente Convenzione, ogni Alta Parte contraente può, in qualsiasi
momento, proporre degli emendamenti alla presente Convenzione o ad uno qualsiasi dei Protocolli
allegati dal quale essa sia legata. Ogni proposta di emendamento è comunicata al Depositario, che la notifica a tutte le Alte Parti contraenti, chiedendo loro se sia il caso di convocare una conferenza per esaminarla. Se vi è l’accordo di una maggioranza di almeno 18 Alte Parti contraenti, il Depositario
convocherà al piú presto possibile una conferenza, cui saranno invitate tutte le Alte Parti contraenti. Gli Stati che non siano parti della presente Convenzione saranno invitati alla conferenza in qualità di
osservatori.
b) Detta conferenza potrà concordare emendamenti, che saranno adottati ed entreranno in vigore nello stesso modo della presente Convenzione e dei Protocolli allegati, restando inteso che gli emendamenti alla presente Convenzione potranno essere adottati soltanto dalle Alte Parti contraenti e che gli emendamenti ad uno dei Protocolli allegati potranno essere adottati soltanto dalle Alte Parti contraenti che siano legate da detto Protocollo.
2. a) Dopo l’entrata in vigore della presente Convenzione, ogni Alta Parte contraente potrà, in qualsiasi
momento, proporre dei protocolli aggiuntivi concernenti altre categorie di armi convenzionali che non
siano regolate dai Protocolli allegati esistenti. Ogni proposta di protocollo aggiuntivo sarà comunicata
al Depositario, che la notificherà a tutte le Alte Parti contraenti conformemente al comma a) del
paragrafo 1 del presente articolo. Se vi è l’accordo di una maggioranza di almeno 18 Alte Parti
contraenti, il Depositario convocherà, al piú presto possibile, una conferenza cui saranno invitati tutti
gli Stati.
b) Detta conferenza potrà, con la piena partecipazione di tutti gli Stati rappresentati alla conferenza,
approvare i protocolli aggiuntivi, che saranno adottati nello stesso modo della presente Convenzione,
saranno allegati a quest’ultima ed entreranno in vigore conformemente alle disposizioni dei paragrafi 3 e 4 dell’articolo 5 della presente Convenzione.
3. a) Se, dopo dieci anni dall’entrata in vigore della presente Convenzione nessuna conferenza sarà
stata convocata conformemente al comma a) del paragrafo 1 o al comma a) del paragrafo 2 del presente
articolo, ogni Alta Parte contraente potrà chiedere al Depositario di convocare una conferenza, alla
quale saranno invitate tutte le Alte Parti contraenti, per esaminare la portata dell’applicazione della
Convenzione e dei Protocolli allegati, e studiare qualsiasi proposta di emendamento alla presente
Convenzione e ai Protocolli esistenti. Gli Stati non parti della presente Convenzione saranno invitati
alla conferenza in qualità di osservatori. La conferenza potrà approvare emendamenti, che saranno
adottati ed entreranno in vigore conformemente al comma b) del paragrafo 1 del presente articolo.
b) La conferenza potrà anche esaminare proposte di protocolli aggiuntivi concernenti altre categorie di armi convenzionali che non siano regolate dai Protocolli allegati esistenti. Tutti gli Stati rappresentati alla conferenza potranno partecipare pienamente a tale esame. I Protocolli aggiuntivi saranno adottati nello stesso modo della presente Convenzione, saranno ad essa allegati ed entreranno in vigore conformemente alle disposizioni dei paragrafi 3 e 4 dell’articolo 5 della presente Convenzione.
c) Detta conferenza potrà considerare se si debba o no convocare una nuova conferenza su richiesta di
un’Alta Parte contraente, nel caso in cui, dopo un periodo similare a quello indicato nel comma a) del
paragrafo 3 del presente articolo, nessuna conferenza fosse stata convocata conformemente al comma
a) del paragrafo 1 o al comma a) del paragrafo 2 del presente articolo.
Art. 9
Denunzia
1. Ogni Alta Parte contraente può denunziare la presente Convenzione o uno qualsiasi dei Protocolli
allegati, notificando la sua decisione al Depositario.
2. La denunzia in tal modo effettuata avrà effetto un anno dopo che il Depositario avrà ricevuto la
notifica o la denunzia. Tuttavia, se, allo scadere di tale anno, la Alta Parte contraente denunziante si
trova in una delle situazioni indicate nell’articolo 1, essa resterà legata dagli obblighi della
Convenzione e dei Protocolli pertinenti allegati fino alla fine del conflitto armato o dell’occupazione e,
in ogni caso, fino al compimento delle operazioni di liberazione definitiva, di rimpatrio o di
stabilimento delle persone protette dalle regole del diritto internazionale applicabili in caso di conflitto
armato e, nel caso di uno qualsiasi dei Protocolli allegati alla presente Convenzione contenenti
disposizioni relative a situazioni in cui forze o missioni delle Nazioni Unite svolgano nella zona
interessata compiti per il mantenimento della pace, di osservazione o compiti similari, fino al termine
dei detti compiti.
3. Ogni denunzia della presente Convenzione si applicherà anche a tutti i Protocolli allegati di cui la
Alta Parte denunziante abbia accettato gli obblighi.
4. Una denunzia avrà effetto soltanto nei riguardi dell’Alta Parte contraente denunziante.
5. Una denunzia non produrrà effetti nei confronti degli obblighi già contratti, a causa del conflitto
armato, in virtú della presente Convenzione e dei Protocolli allegati dall’Alta Parte contraente
denunziante per ogni atto commesso prima che la denunzia stessa divenisse effettiva.
Art. 10
Depositario
1. Il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite è il Depositario della presente
Convenzione e dei Protocolli allegati.
2. Oltre all’esercizio delle sue funzioni abituali, il Depositario notificherà a tutti gli Stati:
a) le firme apposte alla presente Convenzione, conformemente all’articolo 3;
b) gli strumenti di ratifica, accettazione, approvazione o adesione alla presente Convenzione,
conformemente all’articolo 4;
c) le notifiche di accettazione degli obblighi derivanti dai Protocolli allegati alla presente Convenzione,
conformemente all’articolo 4;
d) le date di entrata in vigore della presente Convenzione e di ciascuno dei Protocolli allegati,
conformemente all’articolo 5;
e) le notifiche di denunzia ricevute conformemente all’articolo 9 e le date d’inizio del loro effetto.
Art. 11
Testi autentici
L’originale della presente Convenzione e dei Protocolli allegati, di cui i testi arabo, cinese, francese,
inglese, russo e spagnolo, sono egualmente autentici, sarà depositato presso il Depositario, che farà
pervenire copie certificate conformi a tutti gli Stati.
(Seguono le firme)

PROTOCOLLO
RELATIVO ALLE SCHEGGE NON LOCALIZZABILI
PROTOCOLLO I

È vietato di impiegare qualsiasi arma il cui effetto principale sia di ferire mediante schegge che non
siano localizzabili nel corpo umano con i raggi X.

PROTOCOLLO
SUL DIVIETO O LA LIMITAZIONE DELL’IMPIEGO DI MINE, TRAPPOLE E ALTRI DISPOSITIVI
PROTOCOLLO II

Art. 1
Campo di applicazione materiale
Il presente Protocollo riguarda l’impiego terrestre di mine, trappole e altri dispositivi che saranno di
seguito definiti, comprese le mine collocate per interdire l’accesso alle spiagge o l’attraversamento di
vie navigabili o di corsi d’acqua, ma non si applica alle mine antinavi impiegate sul mare o nelle vie
navigabili interne.
Art. 2
Definizioni
Ai fini del presente Protocollo, si intende:
1. Per «mina», un ordigno qualsiasi collocato sotto o sopra il suolo o altra superficie, o in prossimità, e
concepito per esplodere o scoppiare per effetto della presenza, della vicinanza o del contatto di una
persona o di un veicolo; e per «mina collocata a distanza», qualsiasi mina in tal modo definita lanciata
per mezzo di artiglierie, lanciarazzi, mortai o congegni similari, oppure sganciata da un aeromobile.
2. Per «trappola», qualsiasi dispositivo o materiale concepito, costruito o adattato per uccidere o ferire,
e che funziona di sorpresa quando si sposta un oggetto apparentemente inoffensivo o ci si avvicina ad
esso, o si compie un atto apparentemente privo di pericolo.
3. Per «altri dispositivi», munizioni o dispositivi collocati manualmente e concepiti per uccidere, ferire
o danneggiare, e che sono fatti esplodere su comando a distanza o automaticamente dopo un certo
tempo.
4. Per «obiettivo militare», nel caso che dei beni siano presi di mira, qualsiasi bene che per sua natura,
ubicazione, destinazione o impiego contribuisce effettivamente all’azione militare, e la cui distruzione
totale o parziale, conquista o neutralizzazione offre, nel caso concreto, un vantaggio militare preciso.
5. Per «beni di carattere civile», tutti i beni che non sono obiettivi militari ai sensi del paragrafo 4.
6. Per «registrazione», una operazione di ordine materiale, amministrativo e tecnico destinata a
raccogliere, per annotarle nei documenti ufficiali, tutte le informazioni disponibili che permettano di
localizzare facilmente i campi minati, le mine e le trappole.
Art. 3
Restrizioni generali circa l’impiego di mine, trappole e altri dispositivi
1. Il presente articolo si applica:
a) alle mine;
b) alle trappole;
c) agli altri dispositivi.
2. È vietato in ogni circostanza di rivolgere le armi cui si applica il presente articolo contro la
popolazione civile in genere o contro civili isolati, a titolo offensivo, difensivo o di rappresaglia.
3. È vietato l’impiego indiscriminato delle armi cui si applica il presente articolo.
Per impiego indiscriminato si intende una messa in opera di tali armi:
a) in luogo non costituente obiettivo militare, o tale che dette armi non siano rivolte contro un tale
obiettivo; o
b) che implica un metodo o un mezzo di trasporto sull’obiettivo, tale che esse non possano essere
rivolte contro un obiettivo militare specifico; o
c) da cui ci si può attendere che esse provochino incidentalmente perdite di vite umane nella
popolazione civile, ferite alle persone civili, danni ai beni di carattere civile, o una combinazione di
dette perdite e danni, che sarebbe eccessivo rispetto al vantaggio militare concreto e diretto previsto.
4. Tutte le precauzioni possibili saranno prese per proteggere i civili contro gli effetti delle armi cui si
applica il presente articolo. Per precauzioni possibili si intendono le precauzioni che sono praticabili o
che è praticamente possibile prendere, tenuto conto di tutte le condizioni del momento, in particolare
delle considerazioni di ordine umanitario e di ordine militare.
Art. 4
Restrizioni circa l’impiego nelle zone abitate di mine che non siano messe in opera a distanza, trappole e altri dispositivi
1. Il presente articolo si applica:
a) alle mine che non siano messe in opera a distanza;
b) alle trappole, e
c) agli altri dispositivi.
2. È vietato di impiegare le armi cui si applica il presente articolo nelle città nei villaggi o in qualsiasi
altra zona in cui si trovi una concentrazione analoga di persone civili e in cui non siano in corso
combattimenti fra le forze terrestri, o i combattimenti non sembrino imminenti, a meno che:
a) esse non siano collocate su un obiettivo militare o nelle vicinanze immediate di un obiettivo militare
appartenente ad una parte avversaria o che sia sotto il suo controllo; o
b) non siano state prese delle misure per proteggere la popolazione civile contro i loro effetti, ad
esempio affiggendo dei segnali di allarme, collocando delle sentinelle, diffondendo degli avvertimenti
o installando delle recinzioni.
Art. 5
Restrizioni circa l’impiego di mine messe in opera a distanza
1. È vietato l’impiego di mine messe in opera a distanza, salvo che dette mine siano impiegate
unicamente in una zona che costituisce un obiettivo militare o che contiene degli obiettivi militari, e
che:
a) la loro ubicazione sia registrata con esattezza conformemente al comma a) del paragrafo 1
dell’articolo 7, o
b) sia utilizzato su ciascuna di esse un meccanismo efficace di neutralizzazione, ossia un meccanismo
automatico, concepito per disattivare o per provocare l’autodistruzione, quando ci sia motivo di ritenere
che essa non servirà piú agli scopi militari per i quali è stata messa in opera, oppure un meccanismo
telecomandato concepito per disattivarla o distruggerla quando la mina non serve piú agli scopi militari
per i quali è stata messa in opera.
2. Dovrà essere dato un preavviso effettivo del lancio o dello sganciamento di mine messo in opera a
distanza che potrebbero avere degli effetti sulla popolazione civile, a meno che le circostanze non lo
consentano.
Art. 6
Divieto d’impiego di certe trappole
1. Senza pregiudizio delle regole del diritto internazionale relative al tradimento e alla perfidia, è
vietato, in qualsiasi circostanza, di impiegare:
a) trappole aventi l’apparenza di oggetti portatili inoffensivi, che siano espressamente concepiti e
costruiti per contenere una carica esplosiva e che esplodano quando vengono spostati o ci si avvicina ad
essi; o
b) trappole che siano attaccate o associate in un modo qualsiasi a:
i) emblemi, segni o segnali protettori internazionalmente riconosciuti;
ii) malati, feriti o morti;
iii) luoghi d’inumazione o di cremazione, oppure a tombe;
iv) installazioni, materiale, forniture o trasporti sanitari;
v) giocattoli per fanciulli o altri oggetti portatili, o prodotti specialmente destinati all’alimentazione,
alla salute, all’igiene, al vestiario o all’educazione dei fanciulli;
vi) o bevande;
vii) utensili di cucina o apparecchi domestici, salvo che negli stabilimenti militari, nei luoghi militari e
nei depositi di rifornimenti militari;
viii) oggetti di indubbio carattere religioso;
ix) monumenti storici, opere d’arte o luoghi di culto, che costituiscono il patrimonio culturale o
spirituale dei popoli;
x) animali o loro carcasse.
2. È vietato in qualsiasi circostanza di impiegare trappole che siano concepite per provocare mali
superflui o sofferenze inutili.
Art. 7
Registrazione e pubblicazione dell’ubicazione dei campi minati, delle mine e delle trappole
1. Le parti di un conflitto registreranno l’ubicazione:
a) di tutti i campi minati predisposti che esse hanno messo in opera;
b) di tutte le zone in cui esse hanno impiegato trappole in grande scala e in modo pianificato.
2. Le parti si sforzeranno di far registrare l’ubicazione di tutti gli altri campi minati, mine e trappole che
esse hanno deposto o messo in opera.
3. Tutte queste registrazioni saranno conservate dalle parti, che dovranno:
a) immediatamente dopo la cessazione delle ostilità attive:
i) prendere tutte le misure necessarie e appropriate, inclusa l’utilizzazione di dette registrazioni, per
proteggere i civili contro gli effetti dei campi minati, mine e trappole, in modo da,
ii) nel caso in cui le forze di nessuna delle parti non si trovino sul territorio della parte avversaria,
scambiare fra di loro e fornire al Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite tutte le
informazioni in loro possesso concernenti l’ubicazione dei campi minati, mine e trappole che si trovino
sul territorio della parte avversaria, oppure da,
iii) non appena le forze delle parti si saranno totalmente ritirate dal territorio della parte avversaria,
fornire alla detta parte avversaria e al Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite tutte
le informazioni in loro possesso concernenti l’ubicazione dei campi minati, mine e trappole che si
trovino sul territorio della detta parte avversaria;
b) quando una forza o una missione delle Nazioni Unite svolge i propri compiti in una zona qualsiasi,
fornire all’autorità indicata nell’articolo 8 le informazioni prescritte da detto articolo;
c) in tutta la misura del possibile, per mutuo accordo, assicurare la pubblicazione di informazioni
concernenti l’ubicazione dei campi minati, mine e trappole, in particolare negli accordi concernenti la
cessazione delle ostilità.
Art. 8
Protezione delle forze e missioni delle Nazioni Unite
contro gli effetti dei campi minati, mine e trappole
1. Quando una forza o missione delle Nazioni Unite svolge compiti di mantenimento della pace, di
osservazione o compiti analoghi in una zona, ciascuna delle parti del conflitto deve, se ne è richiesta
dal capo della forza o della missione delle Nazioni Unite nella zona in questione, e nei limiti delle sue
possibilità:
a) rimuovere o rendere inoffensive tutte le trappole o mine nella zona in questione;
b) prendere le misure che risultino necessarie per proteggere la forza o la missione contro gli effetti dei
campi minati, mine e trappole durante il tempo in cui esse svolgono i loro compiti; e
c) mettere a disposizione del capo della forza o della missione delle Nazioni Unite nella zona in
questione tutte le informazioni in suo possesso concernenti l’ubicazione dei campi minati, mine e
trappole in detta zona.
2. Quando una missione d’indagine delle Nazioni Unite svolge le sue funzioni in una zona, la Parte del
conflitto interessata deve fornirle una protezione, salvo che, a causa delle dimensioni di tale missione,
essa non sia in grado di farlo in modo soddisfacente. In tal caso, essa deve mettere a disposizione del
capo della missione le informazioni in suo possesso concernenti l’ubicazione dei campi minati, mine e
trappole in detta zona.
Art. 9
Cooperazione internazionale per la rimozione dei campi minati, delle mine e delle trappole
Dopo la cessazione delle ostilità attive, le parti si sforzeranno di concludere un accordo, sia fra di loro,
sia, se del caso, con altri Stati e organizzazioni internazionali, per la comunicazione di informazioni e
la fornitura di assistenza tecnica e materiale – inclusa, se le circostanze lo consentono, l’organizzazione
di operazioni congiunte – necessarie per rimuovere o neutralizzare in altro modo i campi minati, le
mine e le trappole installate durante il conflitto.
Allegato tecnico al Protocollo II
Principi per la registrazione
Quando il Protocollo prevede l’obbligo di registrare l’ubicazione dei campi minati, mine e trappole,
debbono essere osservati i seguenti principi:
1. Per quanto riguarda i campi minati predisposti e l’impiego di trappole in grande scala e pianificato:
a) approntare carte, schizzi o altri documenti per indicare l’estensione dei campi minati o della zona
dotata di trappole; e
b) precisare l’ubicazione del campo minato o della zona dotata di trappole in relazione alle coordinate
di un punto di riferimento unico, e le dimensioni supposte della zona contenente delle mine e delle
trappole in relazione a detto punto di riferimento unico.
2. Per ciò che riguarda gli altri campi minati, mine e trappole deposte o messe in opera:
Per quanto possibile, registrare le informazioni pertinenti specificate nel paragrafo 1 suddetto, in modo
da permettere di localizzare le zone contenenti campi minati, mine e trappole.

PROTOCOLLO 
SUL DIVIETO O LA LIMITAZIONE DELL’IMPIEGO DI ANNI INCENDIARIE
PROTOCOLLO III

Art. 1
Definizioni
Ai fini del presente Protocollo:
1. Si intende per «arma incendiaria» qualsiasi arma o munizione essenzialmente concepita per dare
fuoco a oggetti o per provocare ustioni a persone mediante l’azione della fiamma, del calore o di una
combinazione di fiamma e di calore, sprigionata dalla reazione chimica di una sostanza lanciata sul
bersaglio:
a) le armi incendiarie possono prendere la forma, ad esempio, di lanciafiamme, fogate, obici, razzi,
granate, mine, bombe e altri contenitori di sostanze incendiarie;
b) le armi incendiarie non comprendono:
i) le munizioni che possono produrre effetti incendiari fortuiti, ad esempio le munizioni illuminanti,
traccianti, fumogene, o i sistemi di segnalamento;
ii) le munizioni concepite per combinare effetti di penetrazione, spostamento d’aria o frammentazione
con un effetto incendiario, ad esempio, proiettili perforanti, granate a frammentazione, bombe esplosive
e munizioni similari dagli effetti combinati, in cui l’effetto incendiario non ha specificamente lo scopo
di provocare ustioni a persone, ma è destinato ad essere utilizzato contro obiettivi militari, ad esempio
veicoli blindati, aeromobili, installazioni o mezzi di supporto logistico.
2. Si intende per «concentrazione di civili» una concentrazione di civili, sia essa permanente o
temporanea, quale esiste nelle parti abitate delle città, o nei paesi o villaggi abitati, o come quella
costituita da campi o colonne di profughi o evacuati, o da gruppi di nomadi.
3. Si intende per «obiettivo militare», nel caso che dei beni siano presi di mira, qualsiasi bene che per
sua natura, ubicazione, destinazione o impiego contribuisce effettivamente all’azione militare, e la cui
distruzione totale o parziale, conquista o neutralizzazione offre, nel caso concreto, un vantaggio
militare preciso.
4. Si intende per «beni di carattere civile» tutti i beni che non siano obiettivi militari ai sensi del
paragrafo 3.
5. Si intende per «precauzioni possibili» le precauzioni che sono praticabili o che è praticamente
possibile prendere, tenuto conto di tutte le condizioni del momento, in particolare delle considerazioni
di ordine umanitario e di ordine militare.
Art. 2
Protezione dei civili e dei beni di carattere civile
1. È vietato in qualsiasi circostanza di attaccare con armi incendiarie la popolazione civile in quanto
tale, i civili isolati o beni di carattere civile.
2. È vietato in qualsiasi circostanza di attaccare con armi incendiarie lanciate da un aeromobile un
obiettivo militare sito all’interno di una concentrazione di civili.
3. È vietato inoltre di attaccare con armi incendiarie non lanciate da un aeromobile un obiettivo militare
sito all’interno di una concentrazione di civili, salvo nel caso che il detto obiettivo sia nettamente
separato dalla concentrazione di civili e quando siano state prese tutte le precauzioni possibili per
limitare all’obiettivo gli effetti incendiari, e per evitare e, in ogni caso, rendere minime, le perdite
incidentali di vite umane fra la popolazione civile, le ferite che potrebbero essere causate ai civili e i
danni provocati ai beni di carattere civile.
4. È vietato di sottoporre le foreste ed altre coperture vegetali ad attacchi mediante armi incendiarie,
salvo che tali elementi naturali siano utilizzati per coprire, dissimulare o mascherare dei combattimenti
o altri obiettivi militari oppure costituiscano essi stessi degli obiettivi militari.

PROTOCOLLO
RELATIVO ALLE ARMI LASER ACCECANTI
PROTOCOLLO IV

Art. 1
È vietato impiegare armi laser specificamente concepite in modo tale che la loro unica funzione di combattimento o una delle loro funzioni di combattimento sia di provocare la cecità permanente delle persone la cui vista non è protetta, ossia che guardano a occhio nudo o che portano lenti correttrici. Le Alte Parti contraenti non trasferiscono simili armi ad alcuno Stato né ad alcuna entità che non sia uno Stato.

Art. 2
Nell'impiego dei sistemi laser, le Alte Parti contraenti prendono tutte le precauzioni possibili per evitare i casi di cecità permanente di persone la cui vista non è protetta. Simili precauzioni comprendono l'istruzione delle loro forze armate e altre misure pratiche.

Art. 3
La cecità in quanto effetto fortuito o collaterale dell'impiego militare legittimo di sistemi laser, compresi i sistemi laser utilizzati contro i dispositivi ottici, non è oggetto del divieto enunciato nel presente Protocollo.

Art. 4
Ai fini del presente Protocollo, con "cecità permanente" si intende una perdita della vista irreversibile e non correggibile, che è gravemente invalidante e senza alcuna prospettiva di recupero. Un'invalidità grave equivale a un'acuità visiva inferiore a 20/200, misurata ai due occhi con l'aiuto del test di Snellen.


Campo d’applicazione della convenzione e dei protocolli il 28 settembre 2005

Stati partecipanti; Ratifica; Entrata in vigore
(Adesione (A); Dichiarazione di successione (S))

Albania 28 agosto 2002 A 28 febbraio 2003
Argentina (*) 2 ottobre 1995 2 aprile 1996
Australia 29 settembre 1983 29 marzo 1984
Austria 14 marzo 1983 2 dicembre 1983
Bangladesh 6 settembre 2000 A 6 marzo 2001
Belarus 23 giugno 1982 2 dicembre 1983
Belgio 7 febbraio 1995 7 agosto 1995
Benin (b) 27 marzo 1989 A 27 settembre 1989
Bolivia 21 settembre 2001 A 21 marzo 2002
Bosnia e Erzegovina 1° settembre 1993 S 6 marzo 1992
Brasile 3 ottobre 1995 A 3 aprile 1996
Bulgaria 15 ottobre 1982 2 dicembre 1983
Burkina Faso 26 novembre 2003 A 26 maggio 2004
Cambogia 25 marzo 1997 A 25 settembre 1997
Canada (*) 24 giugno 1994 24 dicembre 1994
Capo Verde 16 settembre 1997 A 16 marzo 1998
Cile (b) 5 ottobre 2003 15 aprile 2004
Cina (*) 7 aprile 1982 2 dicembre 1983
Cipro (*) 12 dicembre 1988 A 12 giugno 1989
Colombia 6 marzo 2000 A 6 settembre 2000
Corea (Sud) (b) (c) 9 maggio 2001 A 9 novembre 2001
Costa Rica 17 dicembre 1998 A 17 giugno 1999
Croazia 2 dicembre 1993 S 8 ottobre 1991
Cuba 2 marzo 1987 2 settembre 1987
Danimarca 7 luglio 1982 2 dicembre 1983
(a) Questo Stato non si ritiene legato dal Prot. I.
(b) Questo Stato non si ritiene legato dal Prot. II.
(c) Questo Stato non si ritiene legato dal Prot. III.
(*) Riserve.

Ecuador 4 maggio 1982 2 dicembre 1983
El Salvador 26 gennaio 2000 A 26 luglio 2000
Estonia (b) 20 aprile 2000 A 20 ottobre 2000
Filippine 15 luglio 1996 15 gennaio 1997
Finlandia 8 aprile 1982 2 dicembre 1983
Francia (*) 4 marzo 1988 4 settembre 1988
Georgia 29 aprile 1996 A 29 ottobre 1996
Germania 25 novembre 1992 25 maggio 1993
Giappone 9 giugno 1982 2 dicembre 1983
Gibuti 29 luglio 1996 A 29 gennaio 1997
Giordania (b) 19 ottobre 1995 A 19 aprile 1996
Grecia 28 gennaio 1992 28 luglio 1992
Guatemala 21 luglio 1983 A 21 gennaio 1984
Honduras 30 ottobre 2003 A 30 aprile 2004
India 1° marzo 1984 1° settembre 1984
Irlanda 13 marzo 1995 13 settembre 1995
Israele (*) (c) 22 marzo 1995 A 22 settembre 1995
Italia (*) 20 gennaio 1995 20 luglio 1995
Laos 3 gennaio 1983 A 2 dicembre 1983
Lesotho 6 settembre 2000 A 6 marzo 2001
Lettonia 4 gennaio 1993 A 4 luglio 1993
Liberia 16 settembre 2005 A 16 marzo 2006
Liechtenstein 16 agosto 1989 16 febbraio 1990
Lituania (b) 3 giugno 1998 A 3 dicembre 1998
Lussemburgo 21 maggio 1996 21 novembre 1996
Macedonia 30 dicembre 1996 S 17 novembre 1991
Maldive (b) 7 settembre 2000 7 marzo 2001
Mali 24 ottobre 2001 A 24 aprile 2002
Malta 26 giugno 1995 A 26 dicembre 1995
Marocco (a) (c) 19 marzo 2002 19 settembre 2002
Maurizio 6 maggio 1996 A 6 novembre 1996
Messico 11 febbraio 1982 2 dicembre 1983
Moldova 8 settembre 2000 A 8 marzo 2001
Monaco (b) (c) 12 agosto 1997 A 12 febbraio 1998
Mongolia (a) 8 giugno 1982 2 dicembre 1983
Nauru 12 novembre 2001 A 12 maggio 2002
Nicaragua (b) 5 dicembre 2000 5 giugno 2001
Niger 10 novembre 1992 A 10 maggio 1993
Norvegia 7 giugno 1983 7 dicembre 1983
(a) Questo Stato non si ritiene legato dal Prot. I.
(b) Questo Stato non si ritiene legato dal Prot. II.
(c) Questo Stato non si ritiene legato dal Prot. III.
(*) Riserve.

Nuova Zelanda 18 ottobre 1993 18 aprile 1994
Paesi Bassi (*) 18 giugno 1987 18 dicembre 1987
Pakistan 1° aprile 1985 1° ottobre 1985
Panama 26 marzo 1997 A 26 settembre 1997
Paraguay 22 settembre 2004 A 22 marzo 2005
Perú (b) 3 luglio 1997 A 3 gennaio 1998
Polonia 2 giugno 1983 2 dicembre 1983
Portogallo 4 aprile 1997 4 ottobre 1997
Regno Unito (*) 13 febbraio 1995 13 agosto 1995
Repubblica Ceca 22 febbraio 1993 S 1° gennaio 1993
Romania (*) 26 luglio 1995 26 gennaio 1996
Russia 10 giugno 1982 2 dicembre 1983
Santa Sede (*) 22 luglio 1997 A 22 gennaio 1998
Seicelle 8 giugno 2000 A 8 dicembre 2000
Senegal (a) (b) 29 novembre 1999 A 29 maggio 2000
Serbia e Montenegro 12 marzo 2001 S 27 aprile 1992
Sierra Leone (b) 30 settembre 2004 30 marzo 2005
Slovacchia 28 maggio 1993 S 1° gennaio 1993
Slovenia 6 luglio 1992 S 25 giugno 1991
Spagna 29 dicembre 1993 29 giugno 1994
Sri Lanka (a) (b) 24 settembre 2004 A 24 marzo 2005
Stati Uniti (*) (c) 24 marzo 1995 24 settembre 1995
Sudafrica 13 settembre 1995 A 13 marzo 1996
Svezia 7 luglio 1982 2 dicembre 1983
Svizzera 20 agosto 1982 2 dicembre 1983
Tagikistan 12 ottobre 1999 A 12 aprile 2000
Togo 4 dicembre 1995 4 giugno 1996
Tunisia 15 maggio 1987 A 15 novembre 1987
Turchia (*) (b) (c) 2 marzo 2005 2 settembre 2005
Turkmenistan (c) 19 marzo 2004 A 19 settembre 2004
Ucraina 23 giugno 1982 2 dicembre 1983
Uganda 14 novembre 1995 A 14 maggio 1996
Ungheria 14 giugno 1982 2 dicembre 1983
Uruguay 6 ottobre 1994 A 6 aprile 1995
Uzbekistan 29 settembre 1997 A 29 marzo 1998
Venezuela 19 aprile 2005 A 19 ottobre 2005
(a) Questo Stato non si ritiene legato dal Prot. I.
(b) Questo Stato non si ritiene legato dal Prot. II.
(c) Questo Stato non si ritiene legato dal Prot. III.
(*) Riserve.







CONVENTION ON PROHIBITIONS OR RESTRICTIONS ON THE USE OF
CERTAIN CONVENTIONAL WEAPONS WHICH MAY BE DEEMED TO BE
EXCESSIVELY INJURIOUS OR TO HAVE INDISCRIMINATE EFFECTS

The High Contracting Parties,
Recalling that every State has the duty, in conformity with the Charter of the United Nations,
to refrain in its international relations from the threat or use of force against the sovereignty,
territorial integrity or political independence of any State, or in any other manner inconsistent
with the purposes of the United Nations.
Further recalling the general principle of the protection of the civilian population against the
effects of hostilities,
Basing themselves on the principle of international law that the right of the parties to an
armed conflict to choose methods or means of warfare is not unlimited, and on the principle
that prohibits the employment in armed conflicts of weapons, projectiles and material and
methods of warfare of a nature to cause superfluous injury or unnecessary suffering,
Also recalling that it is prohibited to employ methods or means of warfare which are
intended, or may be expected, to cause widespread, long-term and severe damage to the
natural environment,
Confirming their determination that in cases not covered by this Convention and its annexed
Protocols or by other international agreements, the civilian population and the combatants
shall at all times remain under the protection and authority of the principles of international
law derived from established custom, from the principles of humanity and from the dictates
of public conscience,
Desiring to contribute to international détente, the ending of the arms race and the building of
confidence among States, and hence to the realization of the aspiration of all peoples to live
in peace,
Recognizing the importance of pursuing every effort which may contribute to progress
towards general and complete disarmament under strict and effective international control,
Reaffirming the need to continue the codification and progressive development of the rules of
international law applicable in armed conflict,
Wishing to prohibit or restrict further the use of certain conventional weapons and believing
that the positive results achieved in this area may facilitate the main talks on disarmament
with a view to putting an end to the production, stockpiling and proliferation of such
weapons,
Emphasizing the desirability that all States become parties to this Convention and its annexed
Protocols, especially the militarily significant States,
Bearing in mind that the General Assembly of the United Nations and the United Nations
Disarmament Commission may decide to examine the question of a possible broadening of
the scope of the prohibitions and restrictions contained in this Convention and its annexed
Protocols,
Further bearing in mind that the Committee on Disarmament may decide to consider the
question of adopting further measures to prohibit or restrict the use of certain conventional
weapons,
Have agreed as follows:
Article 1
Scope of application
1. This Convention and its annexed Protocols shall apply in the situations referred to
in Article 2 common to the Geneva Conventions of 12 August 1949 for the Protection
of War Victims, including any situation described in paragraph 4 of Article I of
Additional Protocol I to these Conventions.
2. This Convention and its annexed Protocols shall also apply, in addition to situations
referred to in paragraph 1 of this Article, to situations referred to in Article 3 common to the
Geneva Conventions of 12 August 1949. This Convention and its annexed Protocols shall not
apply to situations of internal disturbances and tensions, such as riots, isolated and sporadic
acts of violence, and other acts of a similar nature, as not being armed conflicts.
3. In case of armed conflicts not of an international character occurring in the territory of one
of the High Contracting Parties, each party to the conflict shall be bound to apply the
prohibitions and restrictions of this Convention and its annexed Protocols.
4. Nothing in this Convention or its annexed Protocols shall be invoked for the purpose of
affecting the sovereignty of a State or the responsibility of the Government, by all legitimate
means, to maintain or re-establish law and order in the State or to defend the national unity
and territorial integrity of the State.
5. Nothing in this Convention or its annexed Protocols shall be invoked as a justification for
intervening, directly or indirectly, for any reason whatever, in the armed conflict or in the
internal or external affairs of the High Contracting Party in the territory of which that conflict
occurs.
6. The application of the provisions of this Convention and its annexed Protocols to parties to
a conflict which are not High Contracting Parties that have accepted this Convention or its
annexed Protocols, shall not change their legal status or the legal status of a disputed
territory, either explicitly or implicitly.
7. The provisions of Paragraphs 2-6 of this Article shall not prejudice additional Protocols
adopted after 1 January 2002, which may apply, exclude or modify the scope of their
application in relation to this Article.
Article 2
Relations with other international agreements
Nothing in this Convention or its annexed Protocols shall be interpreted as detracting from
other obligations imposed upon the High Contracting Parties by international humanitarian
law applicable in armed conflict.
Article 3
Signature
This Convention shall be open for signature by all States at United Nations Headquarters in
New York for a period of twelve months from 10 April 1981.
Article 4
Ratification, acceptance, approval or accession
1. This Convention is subject to ratification, acceptance or approval by the Signatories. Any
State which has not signed this Convention may accede to it.
2. The instruments of ratification, acceptance, approval or accession shall be deposited with
the Depositary.
3. Expressions of consent to be bound by any of the Protocols annexed to this Convention
shall be optional for each State, provided that at the time of the deposit of its instrument of
ratification, acceptance or approval of this Convention or of accession thereto, that State shall
notify the Depositary of its consent to be bound by any two or more of these Protocols.
4. At any time after the deposit of its instrument of ratification, acceptance or approval of this
Convention or of accession thereto, a State may notify the Depositary of its consent to be
bound by any annexed Protocol by which it is not already bound.
5. Any Protocol by which a High Contracting Party is bound shall for that Party form an
integral part of this Convention.
Article 5
Entry into force
1. This Convention shall enter into force six months after the date of deposit of the twentieth
instrument of ratification, acceptance, approval or accession.
2. For any State which deposits its instrument of ratification, acceptance, approval or
accession after the date of the deposit of the twentieth instrument of ratification, acceptance,
approval or accession, this Convention shall enter into force six months after the date on
which that State has deposited its instrument of ratification, acceptance, approval or
accession.
3. Each of the Protocols annexed to this Convention shall enter into force six months after the
date by which twenty States have notified their consent to be bound by it in accordance with
paragraph 3 or 4 of Article 4 of this Convention.
4. For any State which notifies its consent to be bound by a Protocol annexed to this
Convention after the date by which twenty States have notified their consent to be bound by
it, the Protocol shall enter into force six months after the date on which that State has notified
its consent so to be bound.
Article 6
Dissemination
The High Contracting Parties undertake, in time of peace as in time of armed conflict, to
disseminate this Convention and those of its annexed Protocols by which they are bound as
widely as possible in their respective countries and, in particular, to include the study thereof
in their programmes of military instruction, so that those instruments may become known to
their armed forces.
Article 7
Treaty relations upon entry into force of this Convention
1. When one of the parties to a conflict is not bound by an annexed Protocol, the parties
bound by this Convention and that annexed Protocol shall remain bound by them in their
mutual relations.
2. Any High Contracting Party shall be bound by this Convention and any Protocol annexed
thereto which is in force for it, in any situation contemplated by Article 1, in relation to any
State which is not a party to this Convention or bound by the relevant annexed Protocol, if
the latter accepts and applies this Convention or the relevant Protocol, and so notifies the
Depositary.
3. The Depositary shall immediately inform the High Contracting Parties concerned of any
notification received under paragraph 2 of this Article.
4. This Convention, and the annexed Protocols by which a High Contracting Party is bound,
shall apply with respect to an armed conflict against that High Contracting Party of the type
referred to in Article 1, paragraph 4, of Additional Protocol I to the Geneva Conventions of
12 August 1949 for the Protection of War Victims: (a) where the High Contracting Party is
also a party to Additional Protocol I and an authority referred to in Article 96, paragraph 3, of
that Protocol has undertaken to apply the Geneva Conventions and Additional Protocol I in
accordance with Article 96, paragraph 3, of the said Protocol, and undertakes to apply this
Convention and the relevant annexed Protocols in relation to that conflict; or (b) where the
High Contracting Party is not a party to Additional Protocol I and an authority of the type
referred to in subparagraph (a) above accepts and applies the obligations of the Geneva
Conventions and of this Convention and the relevant annexed Protocols in relation to that
conflict. Such an acceptance and application shall have in relation to that conflict the
following effects:
(i) the Geneva Conventions and this Convention and its relevant annexed Protocols
are brought into force for the parties to the conflict with immediate effect;
(ii) the said authority assumes the same rights and obligations as those which have
been assumed by a High Contracting Party to the Geneva Conventions, this
Convention and its relevant annexed Protocols; and
(iii) the Geneva Conventions, this Convention and its relevant annexed Protocols are
equally binding upon all parties to the conflict.
The High Contracting Party and the authority may also agree to accept and apply the
obligations of Additional Protocol I to the Geneva Conventions on a reciprocal basis.
Article 8
Review and amendments
1. (a) At any time after the entry into force of this Convention any High Contracting Party
may propose amendments to this Convention or any annexed Protocol by which it is bound.
Any proposal for an amendment shall be communicated to the Depositary, who shall notify it
to all the High Contracting Parties and shall seek their views on whether a conference should
be convened to consider the proposal. If a majority, that shall not be less than eighteen of the
High Contracting Parties so agree, he shall promptly convene a conference to which all High
Contracting Parties shall be invited. States not parties to this Convention shall be invited to
the conference as observers.
(b) Such a conference may agree upon amendments which shall be adopted and shall
enter into force in the same manner as this Convention and the annexed Protocols, provided
that amendments to this Convention may be adopted only by the High Contracting Parties
and that amendments to a specific annexed Protocol may be adopted only by the High
Contracting Parties which are bound by that Protocol.
2. (a) At any time after the entry into force of this Convention any High Contracting Party
may propose additional protocols relating to other categories of conventional weapons not
covered by the existing annexed Protocols. Any such proposal for an additional protocol shall
be communicated to the Depositary, who shall notify it to all the High Contracting Parties in
accordance with subparagraph 1 (a) of this Article. If a majority, that shall not be less than
eighteen of the High Contracting Parties so agree, the Depositary shall promptly convene a
conference to which all States shall be invited.
(b) Such a conference may agree, with the full participation of all States represented at
the conference, upon additional protocols which shall be adopted in the same manner as this
Convention, shall be annexed thereto and shall enter into force as provided in paragraphs 3
and 4 of Article 5 of this Convention.
3. (a) If, after a period of ten years following the entry into force of this Convention, no
conference has been convened in accordance with subparagraph 1 (a) or 2 (a) of this Article,
any High Contracting Party may request the Depositary to convene a conference to which all
High Contracting Parties shall be invited to review the scope and operation of this
Convention and the Protocols annexed thereto and to consider any proposal for amendments
of this Convention or of the existing Protocols. States not parties to this Convention shall be
invited as observers to the conference. The conference may agree upon amendments which
shall be adopted and enter into force in accordance with subparagraph 1 (b) above.
(b) At such conference consideration may also be given to any proposal for additional
protocols relating to other categories of conventional weapons not covered by the existing
annexed Protocols. All States represented at the conference may participate fully in such
consideration. Any additional protocols shall be adopted in the same manner as this
Convention, shall be annexed thereto and shall enter into force as provided in paragraphs 3
and 4 of Article 5 of this Convention.
(c) Such a conference may consider whether provision should be made for the convening
of a further conference at the request of any High Contracting Party if, after a similar period
to that referred to in subparagraph 3 (a) of this Article, no conference has been convened in
accordance with subparagraph 1 (a) or 2 (a) of this Article.
Article 9
Denunciation
1. Any High Contracting Party may denounce this Convention or any of its annexed
Protocols by so notifying the Depositary.
2. Any such denunciation shall only take effect one year after receipt by the Depositary of the
notification of denunciation. If, however, on the expiry of that year the denouncing High
Contracting Party is engaged in one of the situations referred to in Article 1, the Party shall
continue to be bound by the obligations of this Convention and of the relevant annexed
Protocols until the end of the armed conflict or occupation and, in any case, until the
termination of operations connected with the final release, repatriation or re-establishment of
the person protected by the rules of international law applicable in armed conflict, and in the
case of any annexed Protocol containing provisions concerning situations in which peacekeeping,
observation or similar functions are performed by United Nations forces or missions
in the area concerned, until the termination of those functions.
3. Any denunciation of this Convention shall be considered as also applying to all annexed
Protocols by which the denouncing High Contracting Party is bound.
4. Any denunciation shall have effect only in respect of the denouncing High Contracting
Party.
5. Any denunciation shall not affect the obligations already incurred, by reason of an armed
conflict, under this Convention and its annexed Protocols by such denouncing High
Contracting Party in respect of any act committed before this denunciation becomes
effective.
Article 10
Depositary
1. The Secretary-General of the United Nations shall be the Depositary of this Convention
and of its annexed Protocols.
2. In addition to his usual functions, the Depositary shall inform all States of:
(a) signatures affixed to this Convention under Article 3;
(b) deposits of instruments of ratification, acceptance or approval of or accession to this
Convention deposited under Article 4;
(c) notifications of consent to be bound by annexed Protocols under Article 4;
(d) the dates of entry into force of this Convention and of each of its annexed Protocols under
Article 5; and
(e) notifications of denunciation received under article 9, and their effective date.
Article 11
Authentic texts
The original of this Convention with the annexed Protocols, of which the Arabic, Chinese,
English, French, Russian and Spanish texts are equally authentic, shall be deposited with the
Depositary, who shall transmit certified true copies thereof to all States.


PROTOCOL ON NON-DETECTABLE FRAGMENTS
(PROTOCOL I)

It is prohibited to use any weapon the primary effect of which is to injure by
fragments which in the human body escape detection by X-rays.


PROTOCOL ON PROHIBITIONS OR RESTRICTIONS ON THE USE OF MINES,
BOOBY-TRAPS AND OTHER DEVICES
(PROTOCOL II)

Article 1
Material scope of application
This Protocol relates to the use on land of the mines, booby-traps and other devices defined
herein, including mines laid to interdict beaches, waterway crossings or river crossings, but
does not apply to the use of anti-ship mines at sea or in inland waterways.
Article 2
Definitions
For the purpose of this Protocol:
1. "Mine" means any munition placed under, on or near the ground or other surface area
and designed to be detonated or exploded by the presence, proximity or contact of a person
or vehicle, and "remotely delivered mine" means any mine so defined delivered by
artillery, rocket, mortar or similar means or dropped from an aircraft.
2. "Booby-trap" means any device or material which is designed, constructed or adapted to
kill or injure and which functions unexpectedly when a person disturbs or approaches an
apparently harmless object or performs an apparently safe act.
3. "Other devices" means manually-emplaced munitions and devices designed to kill, injure
or damage and which are actuated by remote control or automatically after a lapse of time.
4. "Military objective" means, so far as objects are concerned, any object which by its
nature, location, purpose or use makes an effective contribution to military action and
whose total or partial destruction, capture or neutralization, in the circumstances ruling at
the time, offers a definite military advantage.
5. "Civilian objects" are all objects which are not military objectives as defined in
paragraph 4.
6. "Recording" means a physical, administrative and technical operation designed to obtain,
for the purpose of registration in the official records, all available information facilitating
the location of minefields, mines and booby-traps.
Article 3
General restrictions on the use of mines, booby-traps and other devices
1. This Article applies to: (a) mines (b) booby-traps; and (c) other devices.
2. It is prohibited in all circumstances to direct weapons to which this Article applies, either
in offence, defence or by way of reprisals, against the civilian population as such or against
individual civilians.
3. The indiscriminate use of weapons to which this Article applies is prohibited.
Indiscriminate use is any placement of such weapons:
(a) which is not on, or directed against, a military objective; or
(b) which employs a method or means of delivery which cannot be directed at a specific
military objective; or
(c) which may be expected to cause incidental loss of civilian life, injury to civilians,
damage to civilian objects, or a combination thereof, which would be excessive in relation
to the concrete and direct military advantage anticipated.
4. All feasible precautions shall be taken to protect civilians from the effects of weapons to
which this Article applies. Feasible precautions are those precautions which are practicable
or practically possible taking into account all circumstances ruling at the time, including
humanitarian and military considerations.
Article 4
Restrictions on the use of mines other than remotely delivered mines, booby-traps and
other devices in populated areas
1. This Article applies to: (a) mines other than remotely delivered mines; (b) booby-traps;
and (c) other devices.
2. It is prohibited to use weapons to which this Article applies in any city, town, village or
other area containing a similar concentration of civilians in which combat between ground
forces is not taking place or does not appear to be imminent, unless either:
(a) they are placed on or in the close vicinity of a military objective belonging to or under
the control of an adverse party; or
(b) measures are taken to protect civilians from their effects, for example, the posting of
warning signs, the posting of sentries, the issue of warnings or the provision of fences.
Article 5
Restrictions on the use of remotely delivered mines
1. The use of remotely delivered mines is prohibited unless such mines are only used
within an area which is itself a military objective or which contains military objectives, and
unless:
(a) their location can be accurately recorded in accordance with Article 7(1)(a); or
(b) an effective neutralizing mechanism is used on each such mine, that is to say, a selfactuating
mechanism which is designed to render a mine harmless or cause it to destroy
itself when it is anticipated that the mine will no longer serve the military purpose for
which it was placed in position, or a remotely-controlled mechanism which is designed to
render harmless or destroy a mine when the mine no longer serves the military purpose for
which it was placed in position.
2. Effective advance warning shall be given of any delivery or dropping of remotely
delivered mines which may affect the civilian population, unless circumstances do not
permit.
Article 6
Prohibition on the use of certain booby-traps
1. Without prejudice to the rules of international law applicable in armed conflict relating
to treachery and perfidy, it is prohibited in all circumstances to use:
(a) any booby-trap in the form of an apparently harmless portable object which is
specifically designed and constructed to contain explosive material and to detonate when it
is disturbed or approached, or
(b) booby-traps which are in any way attached to or associated with:
(i) internationally recognized protective emblems, signs or signals;
(ii) sick, wounded or dead persons;
(iii) burial or cremation sites or graves;
(iv) medical facilities, medical equipment, medical supplies or medical
transportation;
(v) children's toys or other portable objects or products specially designed for the
feeding, health, hygiene, clothing or education of children;
(vi) food or drink;
(vii) kitchen utensils or appliances except in military establishments, military
locations or military supply depots;
(viii) objects clearly of a religious nature;
(ix) historic monuments, works of art or places or worship which constitute the
cultural or spiritual heritage of peoples;
(x) animals or their carcasses.
2. It is prohibited in all circumstances to use any booby-trap which is designed to cause
superfluous injury or unnecessary suffering.
Article 7
Recording and publication of the location of minefields, mines and booby-traps
1. The parties to a conflict shall record the location of:
(a) all pre-planned minefields laid by them; and
(b) all areas in which they have made large-scale and pre-planned use of booby-traps.
2. The parties shall endeavour to ensure the recording of the location of all other
minefields, mines and booby-traps which they have laid or placed in position.
3. All such records shall be retained by the parties who shall:
(a) immediately after the cessation of active hostilities:
(i) take all necessary and appropriate measures, including the use of such records, to
protect civilians from the effects of minefields, mines and booby-traps; and either
(ii) in cases where the forces of neither party are in the territory of the adverse
party, make available to each other and to the Secretary-General of the United
Nations all information in their possession concerning the location of minefields,
mines and booby-traps in the territory of the adverse party; or
(iii) once complete withdrawal of the forces of the parties from the territory of the
adverse party has taken place, make available to the adverse party and to the
Secretary-General of the United Nations all information in their possession
concerning the location of minefields, mines and booby traps in the territory of the
adverse party;
(b) when a United Nations force or mission performs functions in any area, make available
to the authority mentioned in Article 8 such information as is required by that Article;
(c) whenever possible, by mutual agreement, provide for the release of information
concerning the location of minefields, mines and booby traps, particularly in agreements
governing the cessation of hostilities.
Article 8
Protection of United Nations forces and missions from the effects of minefields, mines and
booby-traps
1. When a United Nations force or mission performs functions of peacekeeping,
observation or similar functions in any area, each party to the conflict shall, if requested by
the head of the United Nations force or mission in that area, as far as it is able:
(a) remove or render harmless all mines or booby traps in that area;
(b) take such measures as may be necessary to protect the force or mission from the effects
of minefields, mines and booby traps while carrying out its duties; and
(c) make available to the head of the United Nations force or mission in that area, all
information in the party's possession concerning the location of minefields, mines and
booby traps in that area.
2. When a United Nations fact-finding mission performs functions in any area, any party to
the conflict concerned shall provide protection to that mission except where, because of the
size of such mission, it cannot adequately provide such protection. In that case it shall make
available to the head of the mission the information in its possession concerning the
location of minefields, mines and booby-traps in that area.
Article 9
International co-operation in the removal of minefields, mines and booby-traps
After the cessation of active hostilities, the parties shall endeavour to reach agreement, both
among themselves and, where appropriate, with other States and with international
organizations, on the provision of information and technical and material assistance -
including, in appropriate circumstances, joint operations - necessary to remove or otherwise
render ineffective minefields, mines and booby-traps placed in position during the conflict.
TECHNICAL ANNEX TO THE PROTOCOL ON PROHIBITIONS OR RESTRICTIONS
ON THE USE OF MINES, BOOBY-TRAPS AND OTHER DEVICES
Guidelines on recording
Whenever an obligation for the recording of the location of minefields, mines and booby
traps arises under the Protocol, the following guidelines shall be taken into account.
1. With regard to pre-planned minefields and large-scale and pre-planned use of booby
traps:
(a) maps, diagrams or other records should be made in such a way as to indicate the extent
of the minefield or booby-trapped area; and
(b) the location of the minefield or booby-trapped area should be specified by relation to
the co-ordinates of a single reference point and by the estimated dimensions of the area
containing mines and booby traps in relation to that single reference point.
2. With regard to other minefields, mines and booby traps laid or placed in position: In so
far as possible, the relevant information specified in paragraph I above should be recorded
so as to enable the areas containing minefields, mines and booby traps to be identified.


PROTOCOL ON PROHIBITIONS OR RESTRICTIONS ON THE USE OF
INCENDIARY WEAPONS
(PROTOCOL III)

Article 1
Definitions
For the purpose of this Protocol:
1."Incendiary weapon" means any weapon or munition which is primarily designed to set fire
to objects or to cause burn injury to persons through the action of flame, heat, or combination
thereof, produced by a chemical reaction of a substance delivered on the target.
(a) Incendiary weapons can take the form of, for example, flame throwers, fougasses, shells,
rockets, grenades, mines, bombs and other containers of incendiary substances.
(b) Incendiary weapons do not include:
(i) Munitions which may have incidental incendiary effects, such as illuminants,
tracers, smoke or signalling systems;
(ii) Munitions designed to combine penetration, blast or fragmentation effects with an
additional incendiary effect, such as armour-piercing projectiles, fragmentation shells,
explosive bombs and similar combined-effects munitions in which the incendiary
effect is not specifically designed to cause burn injury to persons, but to be used
against military objectives, such as armoured vehicles, aircraft and installations or
facilities.
2. "Concentration of civilians" means any concentration of civilians, be it permanent or
temporary, such as in inhabited parts of cities, or inhabited towns or villages, or as in camps
or columns of refugees or evacuees, or groups of nomads.
3. "Military objective" means, so far as objects are concerned, any object which by its nature,
location, purpose or use makes an effective contribution to military action and whose total or
partial destruction, capture or neutralization, in the circumstances ruling at the time, offers a
definite military advantage.
4. "Civilian objects" are all objects which are not military objectives as defined in paragraph 3.
5. "Feasible precautions" are those precautions which are practicable or practically possible
taking into account all circumstances ruling at the time, including humanitarian and military
considerations.
Article 2
Protection of civilians and civilian objects
1. It is prohibited in all circumstances to make the civilian population as such, individual
civilians or civilian objects the object of attack by incendiary weapons.
2. It is prohibited in all circumstances to make any military objective located within a
concentration of civilians the object of attack by air-delivered incendiary weapons.
3. It is further prohibited to make any military objective located within a concentration of
civilians the object of attack by means of incendiary weapons other than air-delivered
incendiary weapons, except when such military objective is clearly separated from the
concentration of civilians and all feasible precautions are taken with a view to limiting the
incendiary effects to the military objective and to avoiding, and in any event to minimizing,
incidental loss of civilian life, injury to civilians and damage to civilian objects.
4. It is prohibited to make forests or other kinds of plant cover the object of attack by
incendiary weapons except when such natural elements are used to cover, conceal or
camouflage combatants or other military objectives, or are themselves military objectives.


PROTOCOL ON BLINDING LASER WEAPONS
(PROTOCOL IV)

Article 1
It is prohibited to employ laser weapons specifically designed, as their sole combat function
or as one of their combat functions, to cause permanent blindness to unenhanced vision, that
is to the naked eye or to the eye with corrective eyesight devices. The High Contracting
Parties shall not transfer such weapons to any State or non-State entity.
Article 2
In the employment of laser systems, the High Contracting Parties shall take all feasible
precautions to avoid the incidence of permanent blindness to unenhanced vision. Such
precautions shall include training of their armed forces and other practical measures.
Article 3
Blinding as an incidental or collateral effect of the legitimate military employment of laser
systems, including laser systems used against optical equipment, is not covered by the
prohibition of this Protocol.
Article 4
For the purpose of this protocol "permanent blindness" means irreversible and uncorrectable
loss of vision which is seriously disabling with no prospect of recovery. Serious disability is
equivalent to visual acuity of less than 20/200 Snellen measured using both eyes.

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